The old man who read love stories
Luis Sepúlveda, 1989
A simple story, a man who, when he reaches maturity, experiences rebirth through the words of certain novels, which he reads and rereads slowly and uncertainly, partly because of his poor reading skills, partly because of his desire to savour every word.
When he was young, he moved with his wife to the last strip of land that divides the civilised world from the Amazonian forest, seeking his fortune. He will never find it: he will become a poor widower, as he encounters more and more adventurers, other explorers, hunters, gold diggers.
The old man’s life unfolds on a strip of borderland and, after his wife’s death, he finds himself a stranger in a land that is not his own, with no trace of the riches promised by the government to the brave or desperate ones who had left everything behind and moved to the forest, renouncing their past and present, in search of a worthy future. A foreigner in a borderland, surviving on the frontline that divides civilisation, as it moves towards the heart of the Amazon forest, and the indigenous tribes that feel threatened by an unknown population, which appears greedy, clumsy, and foolish to their eyes.
The old man inspires a sense of sorrow and pity in the Natives, thus managing to forge a collaborative relationship with them, which develops to the point of making this reader of romance novels a regular guest in the Natives’ village.
The rediscovery of reading becomes a source of joy in the daily life of the old man, an element of pleasure, which flows between hunting in the forest and the few social relationships with the local town, which he needs in order to acquire new reading material. The old man, unconsciously, dedicates himself to a new and profound activity: contemplating the forest, the magical balance of a perfect ecosystem, in which animals, plants, Natives, and natural elements contend with each other, sometimes collaborating, often merging, without ever affecting the system as a whole. He also contemplates culture, represented by the banal romance he finds in the novels, which move the old man’s simple curiosity towards the love of others. The contemplation of the Amazonian forest, which morphs into a passionate desire to protect the Earth, together with the incessant craving and need for culture, also symbolises the greatest tools that human beings can use to succeed in defeating their worst enemy, which is, in the words of Sepulveda, “the human barbarity” that has threatened our planet for too long. The greed, clumsiness and foolishness that the Natives attributed to the hunters and gold diggers who plundered the forest are also intrinsic characteristics of today’s society, which have not yet been completely eradicated.
Giuseppe Ligabue
The old man who read love stories
Luis Sepúlveda, 1989
Una storia semplice, un uomo che giunto all’età matura vive una rinascita grazie alle parole di alcuni romanzi, che legge e rilegge con un una cadenza lenta ed insicura, un po’ per la scarsa attitudine alla lettura, un po’ per il desiderio di assaporare ogni parola.
Egli si è trasferito da giovane con la moglie, in cerca di fortuna, nell’ultimo lembo di terra che divide il mondo civilizzato dalla foresta amazzonica. La fortuna non riuscirà mai a trovarla, rimarrà vedovo e povero, l’unico numero che vede crescere è quello di altri avventurieri, fra esploratori, cacciatori, cercatori d’oro.
Quella del vecchio è una vita su un lembo di terra di confine, dopo la morte della moglie si trova straniero in una terra non sua, senza godere delle ricchezze promesse dal governo ai coraggiosi, o disperati, che si erano trasferiti verso la foresta lasciando tutto, passato e presente alla ricerca di un futuro che si potesse rivelare quanto meno dignitoso. Straniero in una terra di confine, dunque, sopravvivendo sul fronte che divide la civiltà che vuole avanzare verso il cuore della foresta amazzonica, e le tribù indigene che si sentono minacciate da una popolazione sconosciuta, che appare immediatamente ai loro occhi ingorda, goffa e stolta.
Il vecchio alimenta un senso di pena e pietà negli indigeni, riuscendo così a stringere con loro un rapporto di collaborazione, che si sviluppa fino a rendere il nostro lettore di romanzi d’amore un ospite fisso del villaggio degli indios.
La riscoperta della lettura diventa una fonte di gioia nella quotidianità del vecchio, un elemento di svago nella vita del protagonista, che scorre in equilibrio fra le attività di caccia nella foresta e i pochi rapporti sociali con il villaggio, fondamentali per ottenere nuove letture.
Il vecchio, inconsapevolmente, si dedica così ad una nuova e profonda attività: la contemplazione della foresta, del magico equilibrio di un ecosistema perfetto, in cui animali, piante, indigeni ed elementi naturali lottano fra di loro, a volte collaborano, spesso si fondono, senza mai andare ad intaccare il meccanismo; e della cultura, rappresentata dai banali romanzi d’amore, che smuovono la più semplice curiosità del vecchio verso l’amore altrui. La contemplazione della foresta amazzonica, che si trasforma in fervore per la salvaguardia della Terra, insieme all’incessante desiderio e bisogno di cultura simboleggiano anche i più grandi strumenti che gli esseri umani possono utilizzare per riuscire a sconfiggere il loro peggior nemico: citando Sepulveda “la barbarie umana” che minaccia da troppo tempo il nostro pianeta. L’ingordigia, la goffaggine e la stoltezza che gli indios attribuivano ai cacciatori e cercatori d’oro che depredavano la foresta, sono anche caratteristiche intrinseche della società odierna, che non sono ancora state del tutto estirpate.
Giuseppe Ligabue