Infinite Jest
David Foster Wallace, 1996
North America is in turmoil: some Canadian territories have been annexed to the “Organization of North American Nations”, causing the birth of multiple irredentist terrorist cells. Large geographical areas have become inaccessible and inhospitable as they have been converted into huge open-air garbage dumps containing substances that are highly harmful to all living creatures. Meanwhile, in a prestigious sports school in Boston, dozens of youngsters who dream of becoming professional tennis players come up against the pressures of a hyper-competitive and unscrupulous system, often resorting to outside help to sustain the pressure to excel at all times. Some of them turn to drugs, embarking on a hurdle of guilt, between having to hide their drug use and justifying their declining performance.
A self-perpetuating vortex that leads to the annihilation of the young athletes’ hopes of success.
Foster Wallace wrote a masterpiece that broke down most literary dogmas, mixing different genres that come together in the book like different strands of the same plot, always intimately connected. In the novel, the author chooses to tell the story in realistic tones, with specific slang and vocabulary suited to each character and situation. Foster Wallace simultaneously deals with the theme of growing up, of the suffocating expectations existing in high schools, he describes the addiction and the struggle of those who try to escape from the feeling of entrapment it causes, he speaks about cinema, pleasure, and political struggles, with a unique and original depth and vision. “Infinite Jest” is not a simple novel, and Foster Wallace’s genius lies in this aspect as well. The author demands intense participation from the reader, who needs to be alert to be able to follow the temporal leaps in the story and to connect the many fundamental details that Foster Wallace chaotically scatters throughout his novel. He depicts a near future in which the passive absorption of various forms of pleasure consigns people to a form of passivity, living a half-life. He tries to warn us and attempts to fight this omen with the same means he uses to voice his warning, with “Infinite Jest”, through his work, demanding active, intelligent, and dynamic reading from his audience.
Giuseppe Ligabue
Infinite Jest
David Foster Wallace, 1996
Il Nord America è in fibrillazione: alcuni territori canadesi sono stati annessi alla “Organizzazione delle Nazione dell’America del Nord”, provocando la nascita di molteplici cellule terroristiche irredentiste. Ampie zone geografiche sono diventate inaccessibili ed inospitali in quanto convertite ad enormi immondezzai a cielo aperto contenenti sostanze altamente nocive per qualsiasi essere vivente. Intanto in una prestigiosa Scuola sportiva di Boston decine di ragazzi che sognano di diventare tennisti professionisti si scontrano con le pressioni di un sistema ipercompetitivo e senza scrupoli, spesso ricorrendo ad aiuti esterni per poter sostenere l’obbligo di primeggiare sempre. Qualcuno imbocca il vicolo cieco della droga, iniziando un percorso ad ostacoli fra sensi di colpa, escamotage per nascondere l’assunzione di stupefacenti e flessione delle prestazioni sportive. Un vortice che si autoalimenta e che porta all’annientamento delle speranze di successo dei giovani atleti.
Foster Wallace scrive un capolavoro scardinando gran parte dei dogmi letterari, mescolando generi diversi che si avvicendano nel libro come filoni diversi dello stesso intreccio, sempre profondamente collegati. Nel romanzo l’autore sceglie di raccontare la vicenda con toni veri, con slang specifici e vocaboli adatti per ogni personaggio ed ogni situazione specifica. Foster Wallace affronta contemporaneamente il tema della crescita, delle soffocanti aspettative presenti in scuole di alto lignaggio, descrive la dipendenza e la lotta di chi cerca di fuggire dal senso di prigionia che provoca, parla di cinema, di piacere e di lotte politiche, con una profondità e un taglio di visione unico ed originale. “Inifinite Jest” non è un romanzo semplice, e anche in questo aspetto si cela la genialità di Foster Wallace. L’autore chiede al lettore una forte partecipazione, la fruizione del libro necessita di essere attenta per riuscire a seguire i balzi temporali presenti in tutta la vicenda, e per collegare i molteplici e fondamentali dettagli che Foster Wallace sparge caoticamente all’interno del suo romanzo. Foster Wallace dipinge un futuro prossimo in cui l’assorbimento passivo di diverse forme di piacere relegano gli uomini ad una forma di passività, in un limbo di semivita. Foster Wallace cerca di avvertirci e tenta di combattere questo presagio con lo stesso mezzo che usa per spargere la sua denuncia, con “Infinite Jest”, con la sua opera, esigendo dal suo pubblico una lettura attiva, intelligente e dinamica.
Giuseppe Ligabue